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27 marzo 2015
Momenti di Musàr
Parashat Tzav
Un mercante ebreo che si guadagnava da vivere vendendo grappa
di vino, si trovò una volta, pochi giorni prima di Pesach, a viaggiare
con una botte piena di liquore diretto verso la Galizia.
Una volta giunto al confine con la Galizia, tuttavia, fu fermato da
alcuni ispettori doganali che sequestrarono la botte affermando che,
secondo la legge dello Stato, non sarebbe stato consentito introdurre
nel paese grappa di vino senza un’apposita autorizzazione.
L’ebreo, accortosi dell’atteggiamento ostile degli ispettori doganali
e considerato che il sequestro gli avrebbe fatto perdere il proprio
guadagno oltre ai soldi spesi per acquistare la botte di grappa, si
rivolse al noto Tzaddiq Rabbi Elimelech di Lizhensk in Polonia
(autore del commentario alla Torah intitolato “No’am Elimelech”),
piangendo di fronte a lui per la disgrazia in cui era incorso.
Lo Tzaddiq rincuorò l’ebreo dicendogli così: “Non preoccuparti,
torna dagli ispettori doganali e dì loro che la botte è piena di semplice
acqua e non di grappa di vino. Così loro ti lasceranno andare con la
16 tua botte”.
L’ebreo, forte della sua fiducia nelle parole del Rabbino, tornò
quindi dagli ispettori dicendo loro che la botte era piena di acqua.
Gli ispettori aprirono la botte per assaggiare un po’ del liquido in
essa contenuto appurando che, effettivamente, nella botte vi era
Ve n e rd ì solo acqua, per la quale, ovviamente, non c’era alcun divieto di
importazione del territorio della Galizia. La botte venne pertanto
dissequestrata e restituita al commerciante ebreo. L’ebreo si rallegrò
per la restituzione della botte piena di grappa, preoccupandosi però
del fatto che al suo interno c’era solo della semplice acqua: “Che cosa
ci faccio con una botte piena di acqua?” – si chiese l’ebreo – “Di certo
non posso venderla e, quindi, non avrò possibilità di guadagnare i
soldi necessari per i preparativi della festa di Pesach!!”.
Egli decise quindi di tornare da Rabbi Elimelech, il quale,
immediatamente, lo tranquillizzò: “Assaggia l’“acqua” contenuta
nella botte, e vedrai che in realtà non si tratta di acqua bensì di
ottima e pregiata grappa!!”. L’ebreo assaggiò l’“acqua” e, con grande
stupore, si accorse che la stessa era tornata ad essere grappa di
vino...
L’ebreo tornò in seguito dai propri familiari felice e sereno, e, grazie
ai guadagni ottenuti con la vendita della grappa, quell’anno poté
festeggiare un Pesach di vera libertà alla pari di un re che banchetta
tra ricche pietanze e vino in abbondanza….