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Sabato14 marzo 2015

            Momenti di Musàr

        Parashat Vayaqel – Pequdè
        “Nel giorno di Shabbat non accendere un fuoco in alcuna delle
        vostre abitazioni” (Shemot 35, 3).
        Per quale ragione nella parashà di questa settimana troviamo
        l’espressa proibizione di accendere il fuoco durante il giorno
        di Shabbat, nonostante tale divieto sia già ricompreso nelle 39
        categorie di lavori proibiti dalla Torah?
        I nostri Maestri fanno notare che nelle Prime tavole della
        Legge è scritto che il motivo per cui gli ebrei sono tenuti a
        rispettare lo Shabbat è legato alla creazione del mondo
        (“perché in sei giorni Hashem creò il cielo e la terra, ed il settimo
        giorno, lo Shabbat, si riposò”), e che, pertanto, si sarebbe
        potuto pensare che durante Shabbat fossero proibiti solo quei
        lavori già esistenti all’atto della creazione del mondo, mentre
 52 l’accensione del fuoco è avvenuta per la prima volta all’uscita
        di Shabbat (quando Adam HaRishon sfregò tra loro due pietre
        accendendo un fuoco, il che è anche la ragione per cui, a Motzè
        Shabbat, si recita la benedizione “Borè Meorè HaEsh ̴ Colui che
        ha creato il fuoco” su una candela intrecciata con almeno due
        stoppini).
        Nel libro di Devarim, a differenza della parashà di Vayaqel,
        non è invece riportato un verso specifico per la proibizione di
        accendere il fuoco durante Shabbat visto che nelle Seconde
        tavole della Legge è indicata una differente motivazione
        per il rispetto del Sabato, essendo esso legato qui all’uscita
        degli ebrei dall’Egitto (“e ricorderai che fosti schiavo nella
        terra d’Egitto e che ti fece uscire Hashem il Tuo D-o da lì con
        mano forte e braccio disteso”), cosicché, evidentemente, in
        questa sede non vi era più alcuna ragione per distinguere tra
        l’accensione del fuoco e le altre 38 categorie di lavori proibiti
        durante lo Shabbat.
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