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13 marzo 2015
Momenti di Musàr
Parashat Vayaqel - Pequdè
“Nel giorno di Shabbat non accendere un fuoco in alcuna delle
vostre abitazioni” (Shemot 35, 3).
Si racconta che una volta Rabbi Nachum di Chernobil si trovò
a passare uno Shabbat presso Rabbi Shimon Shlomo di Savran,
il quale ultimo, alla vigilia del Sabato, fece accendere un grande
lume dai propri inservienti affinché lo Tzaddiq potesse alzarsi
prima dell’alba per studiare Torah.
All’alba, i famigliari di Rabbi Shimon videro però Rabbi Nahum
aggirarsi per casa “a tastoni”, come una persona che procedere
nel buoi e cerca di orientarsi in assenza di luce; l’ospite chiese
loro: “Per quale ragione non avete accesso un lume che potesse
illuminare la casa durante tutta la notte?!?”.
I presenti rimasero tutti stupiti dalla domanda dello Tzaddiq,
poiché di fronte ai propri occhi videro il grande lume che era
50 stato acceso prima di Shabbat che illuminava bene l’abitazione:
si misero quindi ad indagare e scoprirono che, in realtà, il lume
in questone si era spento nel corso della notte, e l’inserviente
non ebrea lo aveva acceso nuovamente di sua iniziativa. Dal
momento, però, che il lume era stato accesso durante Shabbat,
Ve n e rd ì lo Tzaddiq non era in grado di vederne la luce con i suoi Santi
occhi…
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Un ebreo non osservante si rivolse una volta al rabbino
Meïr Leivush ben Jehiel Michel Weiser, meglio noto come
il “Malbim”, a cui, al fine di prendersi gioco di lui, chiese di
indicargli il modo per poter fumare una sigaretta durante
Shabbat senza trasgredire la Torah.
Disse lui il Malbim: “Ora ti dico come puoi fare per fumare una
sigaretta di Shabbat rispettando la Torah: devi farlo in modo
diverso dal solito”. “Che significa in modo diverso da solito?”,
chiese l’ebreo non osservante. Rispose il Malbim con tono
sarcastico: “Gira la sigaretta e metti la parte accesa inserita
dentro la tua bocca…”.