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‫ח’ שבט תשע”ה‬

Momenti di Halakhà

Struttura della tefillà                                                   19
-Nelle birchòt ashachar sono state inserite anche le birchòt atorà
– benedizioni della Torà (vedi le alachòt nell’opuscolo del mese di       ‫יום רביעי‬
cheshvan).
Ci sono delle opinioni che sostengono che queste benedizioni sia-
no un precetto della Torà scritta, quindi si faccia molta attenzio-
ne a recitarle con concentrazione e spirito devoto ad Hashem per
averci scelto come suo popolo e per ringraziarlo di averci donato
la Torà.
-In tutti i riti, tra cui quello italiano, subito dopo le benedizio-
ni della Torà è stata istituita una serie di brani dal Tanàch (sigla
di Torà scritta, neviim/profeti e ketuvim/scritti sacri), un brano
di Mishnà ed un brano di Talmùd per accostare le berachòt della
Torà allo studio. Infatti in queste berachot è inclusa sia quella per
la mizwà del talmùd Torà (studio della Torà) con la formula “asher
kideshanu…” (che ci ha comandato)” che quella per la lode ad
Hashem “asher bachar banu…” (che ci ha prescelti), la quale non
inizia con “asher kideshanu-che ci ha comandato”, poiché non è
una berachà di mizwà bensì di lode.
-Subito dopo la recitazione delle berachòt (facendo attenzione a
non fare nessuna interruzione) bisogna leggere e comprendere i
brani scritti nel siddùr per compiere così facendo anche la mizwà
dello studio della Torà.
-Dopo le birchot atorà, i Chachamim stabilirono la lettura della
parashà che tratta del sacrificio quotidiano che si faceva al matti-
no e nel pomeriggio quando c’era il Bet Amikdash. Questo è chia-
mato korban attamid-sacrificio costante.
-La lettura della parashà del korban atamid, che inizia con “vaida-
ber A’ el....zav et benè israel lemor..”, oggi sostituisce il sacrificio
che si usava compiere nel Bet Amikdash. Infatti, come insegnano
i nostri Maestri: “nel periodo che il Santuario non è ancora rico-
struito (perciò nel periodo che si è impossibilitati a sacrificare i
korbanòt) chi si impegna nel leggere le parashiot riguardanti i sa-
crifici e le capisce (mishnà berurà s”h48;par.1), Hashem glielo con-
sidera come se avesse sacrificato il korban stesso”. Del resto nella
tefillà diciamo “unshalemà farim sefatenu: compenseremo i buoi
con le nostre labbra”, ossia le preghiere sostituiscono i sacrifici.
(tratto da Mishnà Berurà, Alachà Berurà e Piskè teshuvot)
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