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ד’ שבט תשע”ה
Momenti di Halakhà
Regole di Shabbat 11
…Continua da ieri
-Se però ci si è confusi, e per abitudine si è proseguito dopo le יום שבת
prime tre berachot con la formula feriale dicendo solo “attà”,
ma al tempo stesso essendo consapevoli che sia sabato, allora
si potrà interrompere e tornare alla formula di Shabbat senza
completare la benedizione iniziata per sbaglio. Ma, se nello
stesso caso si abbia detto “attà” e pure “chonen” o più parole di
una delle berachot dei giorni feriali allora si dovrà terminare
la stessa benedizione che si è iniziati e tornare poi alla tefillà
dello Shabbat dalla quarta berachà come sopra.
-La stesse regole valgono per tutte le tefillot dello Shabbat,
tranne per quella di musaf. Per quest’ultima infatti, in tutti i
casi, nella circostanza che ci si sia confusi, si tornerà subito alla
formula adeguata di musaf interrompendo immediatamente
la berachà iniziata per errore.
-A chi, terminata una delle tefillot di Shabbat, sorga il dubbio di
aver recitato quella del sabato o quella feriale, non ha l’obbligo
di pregare nuovamente.
-Se ci si è sbagliati nella preghiera di minchà di Shabbat,
pregando quella feriale, come scritto precedentemente ci sarà
l’obbligo di tornare a recitare l’amidà, considerando come
se non si è pregati affatto. Tuttavia se ce se ne è ricordati
solamente all’uscita dello Shabbat, c’è discussione trai Poskim
se si debba fare la tefillà tashlumin – di compensazione
(quindi due volte arvit) oppure dal momento che in tutti i casi
pregando la formula dei giorni feriali non si compenserebbe
la mancanza provocata pregando la tefillà feriale nel giorno
di Shabbat, allora si debba pregare una tefillà di nedavà – di
offerta spontanea. (Si chieda al proprio Rav i dettagli di questo
tipo di preghiera)
(Alachot tratte da Yalkut Yosef e Mishnà Berurà)