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‫יא’ שבט תשע”ה‬

Momenti di Halakhà

Regole di shabbat                                                    25
-Scrive lo Shulchan Aruch (cap. 271 v.1): “Appena tornati dal
bet-akeneset (il venerdì sera) ci si affretti a mangiare subito.     ‫יום שבת‬
Quindi non ci si trattenga a parlare al tempio dal momento che
c’è la grande mizwà di sbrigarsi ad eseguire il kiddush. E più ci
si affretta è più si è degni di lode, meritando il prolungamento
dei propri giorni”.
-Anche se abbiamo scritto che il venerdì sera ci si deve
affrettare nell’uscire dal Tempio per fare subito il kiddush, è
vietato rinunciare alla preghiera con un minian per questo.
-Quindi chi è accorto, farà attenzione che sia tutto pronto, per
il kiddush prima che rientri dal bet-akeneset, per far si che non
ci siano imprevisti nell’eseguire la seudà rishonà – primo pasto
del venerdì serà. In ogni caso nel caso al rientro dalla tefillà si
trovasse il tavolo non apparecchiato per il kiddush, si dovrà
far molta attenzione a non cadere nella rete dello yezer aràa,
bensì si dovrà mantenere la calma e gioire dello Shabbat e tutto
andrà con l’aiuto di Hashem al suo posto.
-Ci hanno insegnato i nostri Maestri nel trattato di Shabbat
pag.119b “Rabbi Yosi figlio di Yeuda dice: la sera dello Shabbat
all’uscita dal bet-akeneset verso casa, due angeli accompagnano
l’uomo, uno buono ed uno cattivo. Quando questi arriva a casa
e trova i lumi delle candele accese, la tavola apparecchiata,
il letto stirato, l’angelo buono dice: “che sia la volontà del S.
che anche il prossimo Shabbat sia così!”, l’angelo cattivo è
obbligato allora a rispondere: “amen!”. Se però, non trova la
casa in questo modo, l’angelo cattivo dice! “che sia la volontà
del S. che anche il prossimo Shabbat sia così!”, allora l’angelo
buono è costretto a rispondere “amen!”.
-Impariamo da qui quanto è di grande importanza che già
all’entrata del Sabato tutta la casa sia pronta per accogliere il
Shabbat Amalkà-La Regina.
-E’ di buon uso nelle case ebraiche abbellire il tavolo dello
Shabbat con fiori freschi e profumati per poterci benedire la
berachà dei profumi.
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