Page 58 - Adar II 5779
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ĈĔēęĎēĚĆ ĉĆ ĕĆČǤ ͟͜
        Grazie alla  “guerra” che  tale  Tzaddiq  ha costantemente combattuto
        con il proprio istinto negativo (Yetzer HaRàȌǡ ‹ˆƒ––‹ǡ ‡‰Ž‹ ° ƒŽŽƒ Ƥ‡ ”‹—-
        scito ad “estirpare” completamente tale naturale inclinazione al male.
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        attitudine, anche il più grande Tzaddiq sarebbe invece rimasto al me-
        desimo (basso) livello di un semplice ebreo. Anche egli, quindi, sareb-
        be stato esposto al desiderio di recarsi presso un luogo frivolo (come
        nel caso del profeta Yirmiyah), ovvero di non rispettare in maniera
        puntuale e scrupolosa i comandamenti di Hashem (come nel caso di
        Aharon HaCohen).
        Dal momento però che lo Tzaddiq è riuscito a “demolire” completa-
        mente tale istinto negativo, egli è quindi divenuto meritevole di lode
        per non aver commesso azioni sbagliate al pari di colui che invece, pur
        tentato dalla propria naturale inclinazione al male, si sforza ancora di
        dominare l’istinto per non sbagliare di fronte alle prove che gli vengo-
        no sottoposte quotidianamente.
        Ed è dunque per questo che la Torah elogia apertamente lo Tzaddiq
        Aharon HaCohen anche per non essersi in alcun modo discostato da
        quanto comandato da Hashem.
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        Quindi quando l’uomo lascia questo mondo, è rinato! La sua Nesha-
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        che viviamo ancora in questo mondo, imprigionati nel nostro corpo,
        non possiamo immaginare il mondo che ci aspetta dopo.
        Ma nel frattempo, sapere che stiamo aspettando un altro mondo ci
        consente di cambiare la nostra visione della vita. Fino ad ora, pensava-
        mo di avere una vita limitata a pochi anni e che dovevamo sfruttarli al
        massimo, fare ciò che ci piace, divertirci.
        Ma ora che stiamo  imparando che vivremo per sempre,  iniziamo a
        pensare: come sarà la vita nel mondo futuro? Possiamo oggi interveni-
        re per avere una vita migliore in futuro? Se la vita ideale è dopo, perché
        abbiamo portato questo mondo per 80, 90 o 120 anni? Qual è l’obietti-
        vo? E come risultato: perché siamo stati creati?


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