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Domenica19 aprile 2015

            Momenti di Musàr

        Continua da pag. 40
        Ci prepariamo a questo contando l’òmer, nello stesso modo
        in cui i nostri padri si preparavano quando non erano ancora
        entrati nella Terra d’Israele e, a loro volta, non potevano portare
        l’offerta dell’òmer. Come noi, contavano quanto li separasse dal
        momento in cui avrebbero ricevuto la Torà. Questo può essere
        paragonato a un principe che stava viaggiando e incontrò
        un uomo che era stato gettato in una fossa. Il principe gli
        disse:”Ti tirerò su dalla fossa e, dopo qualche tempo, ti darò
        mia figlia in sposa”. L’uomo nella fossa era colmo di gioia e
        disse a se stesso:”Non solo è disposto a tirarmi fuori dalla
        fossa, ma mi darà anche sua figlia in sposa!” Il principe tenne
        fede alla sua promessa e lo liberò, poi lo vestì di abiti eleganti
        e gli diete regali d’oro e d’argento. Quando l’uomo vide che il
        principe aveva mantenuto una parte della sua promessa, iniziò
        a contare i giorni, in attesa del momento in cui il principe
 62 avrebbe mantenuto il resto. Nel Sèfer Hachinùkh si legge:
        L’essenza d’Israèl è la Torà, per cui furono creati il cielo e la
        terra. È il motivo principale per cui furono liberati dall’Egitto,
        affinchè potessero ricevere la Torà presso il Sinai e osservarla…
        questo è lo scopo del bene che fu fatto loro, ed è più importante
        della loro liberà o del loro servizio. Poiché la Torà è l’essenza
        d’Israèl e a causa sua furono liberati dall’Egitto e furono elevati
        al livello alto che raggiunsero, ci è stato comandato di contare
        dall’indomani della festa di Pèsach fino al giorno in cui fu data
        la Torà, per mostrare il nostro grande desiderio di raggiungere
        quell’importante giorno, come uno schiavo (che fatica sotto il
        sole cocente) che anela all’ombra e dice a se stesso:”Quando
        arriverà, finalmente, questo momento?” Quando una persona
        conta in vista di un tempo determinato, dimostra che tutta la
        sua attesa e la sua speranza sono dirette verso quel tempo. Si
        noti che contiamo i giorni che sono trascorsi, invece dei giorni
        che sono ancora davanti a noi, poiché il pensiero dei giorni di
        attesa e di conteggio ancora davanti a noi è doloroso, mentre
        proviamo gioia quando pensiamo a tutti i giorni che sono già
        trascorsi.
        Tratto da Sefer atodaa tradotto da morasha
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