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16 Halachà Illustrata - Libro 5 - Yamìm Noraìm
Yom tov shenì shel galuiòt~il secondo giorno di festività
di (chi vive in) esilio (fuori da Israele)
N
ll’anno ebraico, fuori da Israele, si devono rispettare cinque giorni di festività in
e
più che si chiamano yom tov shenì shel galuiòt, cioè festivi soltanto per chi risiede fuori
da Israele. Essi cadono il giorno successivo a Sukkòt, Pésach e Shavuòt, e le norme da
seguire sono identiche a quelle di yom tov .
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uesti giorni sono: il 16 di Tishrì (che in Israele corrisponde al primo giorno di chol
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hamoèd di Sukkòt), il 23 di Tishrì (che in Israele corrisponde all’issrù chagh~giorno
successivo al termine, letteralmente chiusura, della festività di Sukkòt), il 16 di Nissàn
(che in Israele corrisponde al primo giorno di chol hamoèd di Pésach), il 22 di Nissàn
(che in Israele corrisponde all’issrù chagh~giorno successivo al termine, letteralmente
chiusura, della festività di Pésach e il giorno successivo a Shavuòt, il 7 di Sivàn. Nella
diaspora il giorno di yom tov che segue Sheminì Atzéret si chiama Simchàt Torà. In
Israele Sheminì Atzéret e Simchàt Torà si festeggiano assieme, nello stesso giorno.
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S. A. 496, {2}, M. B. (4)-(6). [Non c’è differenza tra il primo e il secondo giorno di yom tov se non per il fatto che
nel secondo giorno è permesso occuparsi delle necessità di un defunto (per il rispetto che gli è dovuto) e trattare
anche personalmente qualche disturbo fisico che non sia di grave entità e che non costringe a stare a letto (vedi II
vol. Shabbàt pp. 113-114), (mentre nel primo giorno serve l’aiuto di un non ebreo). Quanto sopra, invece, non è
applicabile al secondo giorno di Rosh Hashanà, perché è considerato il prolungamento del primo giorno].