Page 15 - PRESENTAZIONE HALACHA ILLUSTRATA QR
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                         Introduzione al primo volume












             Questo primo volume della raccolta “Itturé Halachà~Halachà Illustrata” tratta delle
             norme relative alle tre preghiere della giornata, Shachrìt, Minchà e Arvìt e delle mizvòt
             ad esse correlate.
             Il Rosh , nel libro Orchòt Chaìm scrive: «Quando giunge il momento di una delle tre
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             preghiere del giorno si deve interrompere ogni proprio impegno e andare a pregare».
             I nostri Maestri ci suggeriscono di lasciare da parte tutti i nostri impegni per pregare
             con animo sereno. Un esempio che appartiene alla tradizione ci chiarisce quale at-
             teggiamento tenere: quando ci si appresta ad incontrare un re bisogna riordinare le
             proprie idee e preparare in modo opportuno le parole da pronunciare per essere pronti
             all’importante e fortunato incontro. La preghiera non è altro che il momento in cui ci si
             trova alla presenza del re del mondo! Se riusciremo ad avvertire con profonda consape-
             volezza che nel momento della preghiera siamo davanti all’Eterno ci sarà più facile con-
             centrarci adeguatamente e pronunciare chiaramente e con attenzione tutte le parole.
             Per accrescere il nostro impegno nella preghiera dobbiamo ricordare che senza l’aiuto
             del Signore non avremmo nulla. L’idea che tutto ciò che abbiamo proviene da Lui ci
             avvicina di più al nostro Creatore.
             La giornata di un ebreo è scandita dalle mitzvòt, dalla recitazione del modé anì al risve-
             glio fino allo Shemà che diciamo prima di coricarci. Nei capitoli che seguono presente-
             remo anche queste mitzvòt secondo l’ordine durante la giornata.
             Osservando i precetti ed astenendoci dalle azioni che la Torà ha proibito non facciamo
             altro che attenerci al volere del Signore portando a termine il compito che ci ha asse-
             gnato come programma di vita. Ciascun ebreo dovrebbe sforzarsi di raggiungere risul-
             tati spirituali sempre più elevati studiando la Torà e rispettando le mitzvòt. Quelle che
             compiamo quotidianamente assieme alle preghiere rendono la nostra fede più profon-
             da instillando in noi la consapevolezza di trovarci in ogni istante di fronte al Signore. Il
             verso (Sal. 16, 5): Ho posto la presenza dell’Eterno continuamente davanti a me esprime
             il più alto livello spirituale al quale si deve aspirare, in cui si avverte che il Signore ci
             accompagna in ogni istante e provvede ininterrottamente ad ogni nostra necessità.

             La consapevolezza di essere costantemente sotto la divina supervisione è per tutti un
             incentivo a compiere sempre nuovi progressi. Se si acquisirà la continua tensione ver-
             so il miglioramento di sé si potrà influenzare anche l’ambiente circostante e in questo

             1  Asher ben Jehiel Ashkenazi (o Asher ben Yechiel, a volte Asheri) (Colonia, 1250 o 1259 – Toledo, 1327) è stato un rab-
             bino e teologo tedesco, noto per il suo compendio di legge talmudica. Spesso citato col titolo Rabbenu Asher, “il nostro
             Rabbi Asher” o con l’acronimo ebraico di tale titolo, il Rosh (in ebraico, letteralmente “Capo”).
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