La Torà del giorno: Vayetzé (6)

17 Giacobbe si alzò, fece salire i suoi figli e le sue mogli sui cammelli 18 e condusse via tutto il suo bestiame, tutti i beni che si era procurato e ciò che aveva acquistato con il proprio bestiame che aveva ottenuto in Padàn Aràm, per andare nel paese di Canàan da suo padre Isacco. 19 [Mentre] Labano era andato a tosare il suo gregge [che era stato affidato ai suoi figli], sua figlia Rachele rubò gli idoli che appartenevano a suo padre. 20 Giacobbe trasse in inganno Labano l’arameo non dicendogli che stava andando via; 21 [in questo modo] poté andarsene con tutti i suoi averi. Egli si alzò, traversò il fiume e si diresse verso il monte Ghilàd.

22 [Solo] il terzo giorno fu riferito a Labano che Giacobbe era andato via. 23 Prese con sé i suoi parenti, lo inseguì per un tragitto di sette giorni e lo raggiunse sul monte Ghilàd. 24 Quella notte il Signore si presentò da Labano l’arameo e gli disse: «Guardati dal parlare con Giacobbe, né in bene né in male». 25 Labano raggiunse Giacobbe. Giacobbe aveva piantato la sua tenda in montagna e Labano con i suoi parenti si accampò sul monte Ghilàd. 26 Labano disse a Giacobbe: «Cosa mi hai fatto? Mi hai tratto in inganno e hai portato via le mie figlie come fossero delle prigioniere di guerra. 27 Perché sei fuggito in segreto e mi hai ingannato non dicendomi [nulla]? Io ti avrei lasciato andare in allegria e con canti, a suon di timpani e cetre! 28 Non mi hai lasciato baciare i miei figli [nipoti] e le mie figlie. Oggi, facendo così, ti sei comportato stoltamente. 29 Sarebbe in mio potere di farti del male, ma il Signore di tuo padre ieri mi ha parlato dicendo: “Guardati dal parlare con Giacobbe, né in bene né in male". 30 In effetti, tu sicuramente sei andato via perché avevi nostalgia della casa di tuo padre. Ma perché mi hai portato via i miei idoli?». 31 Giacobbe rispose e disse a Labano: «Perché avevo paura e pensavo che mi avresti tolto le tue figlie. 32 Accertati pure alla presenza dei nostri parenti di quello che [di tuo] ho con me e riprenditelo. Chiunque sia colui presso il quale troverai i tuoi idoli, non vivrà». Giacobbe non era al corrente che li aveva rubati Rachele. 33 Labano entrò nella tenda di Giacobbe [che viveva con Rachele], nella tenda di Leà e nella tenda delle due serve ma non trovò [nulla]. Uscì dalla tenda di Leà ed entrò [nuovamente] in quella di Rachele. 34 Rachele aveva preso gli idoli e li aveva messi nel cuscino [della sella] del cammello e vi si era seduta sopra. Labano esaminò tutta la tenda e non [li] trovò. 35 [Rachele] disse a suo padre: «Non se la prenda il mio padrone se io non posso alzarmi davanti a te, in quanto ho il ciclo delle donne». Egli cercò, ma non trovò gli idoli. 36 Giacobbe si adirò e litigò con Labano. Giacobbe rispose a Labano dicendo: «Che crimine ho commesso? Qual è la mia colpa perché tu mi abbia voluto inseguire con tanto ardore? 37 Malgrado tu abbia frugato tra tutti i miei oggetti, cos’hai trovato dei tuoi oggetti? Mettilo qui alla presenza dei miei e dei tuoi parenti e siano essi a decidere tra noi due. 38 Sono ormai vent’anni che sono con te: le tue pecore e le tue capre non hanno mai abortito e non ho mai mangiato i montoni del tuo gregge. 39 Non ti ho mai riportato un animale sbranato e [io ne compensavo il danno] assumendomene la colpa. Tu hai reclamato da me sia i furti da me subiti di giorno che i furti da me subiti durante la notte. 40 Di giorno mi divorava l’arsura e il gelo di notte. Dai miei occhi il sonno se n’era andato. 41 Questi vent’anni che sono stato in casa tua ho lavorato quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per il tuo gregge, ma tu mi hai modificato il compenso per dieci volte. 42 Se non mi avesse assistito il Signore di mio padre, Signore di Abramo e timore di Isacco, ora mi avresti sicuramente mandato via senza nulla! Il Signore ha visto la mia sofferenza e la fatica delle mie mani, e ieri sera ti ha ammonito».

La Torà cantata
Sefer Bereshìt
vv. 31, 17 - 31, 42

Voce di Moise Levy
Commento del giorno sulla Torà

E’ scritto nella Parashà di Toledòt che Yakòv prende da Esàv sia la berachà sia la bechòrà - la benedizione e la primogenitura. ...mi ha raggirato già due volte, aveva preso la mia primogenitura ed ecco ora ha preso la mia benedizione (Bereshìt 28, 36). LOr ha Chayìm ha - Kadòsh basandosi sul Midrash e sullo Zohar ci riferisce che Leah sarebbe stata il zivugh - l’anima femminile destinata ad Esàv, ma che lui non fosse degno di sposarla. Quando Yakòv chiede in sposa a Lavan sua figlia lui gli da la sua primogenita invece di Rachel. Quando Yakòv se ne accorge va da suo suocero e lo accusa di averlo imbrogliato Quando fu mattino ecco che era Leah. Allora disse a Lavan: Che cosa mi hai fatto? Non ho forse lavorato per Rachel? Perché mi hai ingannato? Lavan gli disse: Non si fa così dalle nostre parti, di dare la minore prima della primogenita (Bereshìt 29, 25 - 26). E’ interessante notare che Yakòv raggira suo fratello Esàv e che lui stesso viene raggirato da Lavan come se gli venisse ripagata la sua azione allo stesso modo Middà ke neghed middà. Inoltre Leah in base a quanto detto precedentemente era destinata ad Esàv, ma Esàv inconsciamente gliela vende rinunciando per un piatto di lenticchie al suo zivugh, questo perché il termine bechorà - vuole dire sia primogenitura sia primogenita. I Maestri ci insegnano inoltre che la berachà - benedizione di un uomo proviene da sua moglie, e Yakòv prende anche questa ad Esàv. Leah infatti genererà ben 6 figli a Yakòv che sono la berachà di un padre.

Venerdì 8 Kislev 5786 - 28 Novembre 2025
Tallit e Tefillin: 6.44
Hanetz HaChama: 7.39
Termine lettura Shema: 9.16
Mincha Ghedola: 12.34
Accensione delle candele: 16.26
Fine Shabbat o Yom Tov: Sabato 29-11-2025 alle 17.29
Tehillim del giorno
Scansione mensile:
salmi 44 - 48

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Kitzur Shulchan Aruch del giorno
Scansione annuale: cap. 23, 23
Se vengono letti solo due versetti 

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Le Mitzvot del giorno

POSITIVA 245 Precetto che regola i rapporti commerciali

E quando venderai qualche cosa al tuo vicino, o comprerai qualcosa da lui…

(Vaikrà 25, 14) [336].