6 Le serve si avvicinarono, loro e i loro figli, e si inchinarono. 7 Si avvicinò anche Leà insieme ai suoi figli e si inchinarono, e dopo si avvicinò Giuseppe e Rachele, ed essi si inchinarono. 8 [Esaù] disse: «Quali intenzioni hai con tutto questo accampamento che ho incontrato?». Rispose: «Per trovare favore agli occhi del mio signore». 9 Esaù disse: «Ne ho in eccesso del mio, fratello mio; rimanga tuo quello che ti appartiene». 10 Giacobbe disse: «No, ti prego. Se ho trovato favore ai tuoi occhi accetta la mia offerta dalle mie mani, perché per questo ho veduto il tuo viso come se avessi visto il viso del Signore e tu mi hai riconciliato [a te]. 11 Accetta ti prego la mia donazione [letteralmente: benedizione] che è stata indirizzata a te perché il Signore mi è stato favorevole, e perché ho tutto [ciò che mi serve]». Egli insistette e lui accettò. 12 [Poi Esaù] disse: «Mettiamoci in marcia, andiamo, e io camminerò al tuo fianco». 13 [Giacobbe] gli disse: «Il mio signore sa che i fanciulli sono delicati e che ho la responsabilità di un gregge e di animali che stanno allattando; se si dovessero affaticare anche solo un giorno tutto il gregge morirebbe. 14 Il mio signore passi pure davanti al suo servo; io procederò lentamente, secondo l’andatura del bestiame che è davanti a me e secondo l’andatura dei bambini, finché non arriverò dal mio signore, a Seìr».
15 Esaù disse: «Voglio mettere a tua disposizione un po’ della gente che è con me». E rispose: «Perché ciò? Lasciami trovare favore agli occhi del mio signore». 16 Quel giorno stesso Esaù tornò per la sua strada, verso Seìr. 17 Giacobbe andò verso Succòt e costruì una casa per sé e delle capanne per il suo bestiame. Questo è il motivo per cui il nome del posto si chiamò Succòt.
18 Quando tornò da Padàn Aràm Giacobbe arrivò incolume alla città di Shechèm, che si trova nella terra di Canàan, e si accampò di fronte alla città. 19 Egli acquistò la porzione di campagna dove aveva piantato la sua tenda per cento monete correnti da Khamòr, padre di Shechèm. 20 Lì eresse un altare e [a memoria dell’accaduto] lo chiamò “il [vero] Signore è il Signore di Israele [Giacobbe]".
| Sefer Bereshìt |
| vv. 33, 6 - 33, 20 |
Voce di Moise Levy |
“Se Esàv verrà contro un accampamento e lo attaccherà, l’altro accampamento potrà mettersi in salvo…” (Bereshìt 32, 9). L’inizio della Parashà racconta della preparazione all’incontro fra Yakòv ed Esàv. Quest’incontro avviene dopo 20 anni di separazione e rischia di trasformarsi in uno scontro sanguinoso: “Infatti Esàv viene incontro a Yakòv con 400 uomini”. Rashì ci spiega che Yakòv si prepara in tre modi a quest’incontro: 1) con il dono - inviando doni ad Esàv - , 2) con la preghiera, 3) preparandosi alla guerra. L’autore del commento Niflaot Chadashot si chiede se la preghiera non viene esaudita a cosa possono giovare i doni o la guerra? Il senso è pregare che il regalo facesse il dovuto effetto, o che l’eventuale scontro armato volgesse a suo favore. Infatti così si comporta lo Tzaddìk, egli non fa esclusivamente conto sull’intervento divino “nes - miracolo”, bensì adotta tutti i provvedimenti che gli competono e successivamente prega Dio Benedetto che le sue azioni diano il frutto sperato.
| Tallit e Tefillin: | 6.49 |
| Hanetz HaChama: | 7.44 |
| Termine lettura Shema: | 9.20 |
| Mincha Ghedola: | 12.34 |
| Tramonto: | 16.41 |
| Tre stelle: | 17.22 |
| Scansione mensile: | |
| salmi 69 - 71 | |
AUDIO | |
| Scansione annuale: cap. 26, 13 |
| Un ospite proveniente da un altro Tempio |
POSITIVA 236 Applicare le normative riguardanti le sanzioni economiche
E se un uomo colpisce un compagno
(Shemòt 21, 18) [49].