La Torà del giorno: Toledòt (1)

19 Questi sono i discendenti di Isacco, figlio di Abramo. Abramo [dopo il cambiamento di nome] generò Isacco; 20 Isacco aveva quarant’anni quando prese in moglie Rebecca, la figlia di Betuèl l’arameo di Padàn Aràm e sorella di Labano l’arameo. 21 Isacco pregò l’Eterno di fronte a sua moglie perché ella era sterile; l’Eterno accolse la sua [di Isacco] preghiera e sua moglie Rebecca restò gravida. 22 I bimbi si agitavano nel suo grembo e lei disse: «Se deve essere così [penosa la gravidanza] perché ciò?»; e andò a consultare l’Eterno. 23 L’Eterno le disse: «Nel tuo grembo ci sono due nazioni e due regni si separeranno [sin] da dentro le tue viscere. Un regno sarà più forte [dell’altro] regno, ma il maggiore servirà il minore».

24 Quando si compirono i giorni della sua gravidanza, ecco, nel suo ventre c’erano due gemelli. 25 Il primo uscì, [era] rossiccio, coperto interamente di peluria, come di un manto, e gli diedero nome Esaù. 26 Dopo di lui uscì suo fratello, la cui mano stringeva il calcagno di Esaù; [Isacco] lo chiamò Giacobbe. Quando [Rebecca] li partorì Isacco aveva sessant’anni (60). 27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo di campagna, mentre Giacobbe era un uomo quieto, che dimorava sotto le tende [a studiare]. 28 Isacco prediligeva Esaù perché gli piaceva mangiare cacciagione mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.

29 Giacobbe stava cucinando una minestra ed Esaù tornò stanco dalla campagna. 30 Esaù disse a Giacobbe: «Fammi mangiare [letteralmente: trangugiare] un po’ di questa rossa [minestra di lenticchie] perché sono esausto». Per questo fu chiamato Edòm [rosso]. 31 Giacobbe disse: «Vendimi oggi la tua primogenitura». 32 Esaù disse: «Ecco che io ora potrei morire; a cosa mi [servirebbe] questa primogenitura?». 33 Giacobbe disse: «Giuramelo adesso». Glielo giurò e cedette la sua primogenitura a Giacobbe. 34 Allora Giacobbe diede a Esaù del pane e una minestra di lenticchie. Esaù mangiò, bevve, si alzò e se ne andò; Esaù dimostrò [in questo modo] scarsa considerazione per la primogenitura.

26 1 Nel paese si verificò una carestia, oltre la prima carestia che c’era stata ai tempi di Abramo. Isacco andò in Gheràr da Avimèlech, re dei filistei. 2 L’Eterno gli apparve e gli disse: «Non scendere in Egitto, ma dimora nel paese che Io ti indicherò. 3 Abita in modo provvisorio in questo paese e Io sarò con te e ti benedirò, perché Io darò a te e alla tua discendenza tutte queste terre, e manterrò il giuramento che ho fatto a tuo padre Abramo. 4 Io renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo, darò alla tua discendenza tutte queste terre e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza 5 perché Abramo ha dato ascolto alla Mia voce [quando l’ho messo alla prova] e ha rispettato le Mie norme, i Miei ordini, i Miei decreti e le Mie leggi [la Torà Scritta e Orale]».

La Torà cantata
Sefer Bereshìt
vv. 25, 19 - 26, 5

Voce di Moise Levy
Commento del giorno sulla Torà

La Torà è sempre molto attenta a ciò che ci racconta e che ci insegna. Della vita dei Patriarchi, ad esempio, non sempre conosciamo i dettagli, spesso siamo a conoscenza solo di alcuni episodi. È il caso della vita di Isacco, di cui la Torà – essenzialmente – ci racconta due fatti salienti: l'Akedà - la legatura sull’altare ad opera del padre Avraham e lo scavare pozzi di cui la Torà ci parla. È strano che la Torà dedichi attenzione a questi due momenti molto distanti e diversi fra loro.  In realtà l’insegnamento è molto profondo e riguarda la vita quotidiana di ognuno di noi. Tutti abbiamo momenti (chi più chi meno) che dedichiamo alla Torà e alle preghiere, tutti abbiamo a che fare con una vita terrena, dunque un lavoro, dei figli, occupazioni di carattere fisico. L’ebreo ha come compito di vivere in parallelo queste “due vite”: dedicare momenti importanti alla vita che chiamiamo “spirituale” (come è l’evento della Akedà “legatura di Isacco”) e momenti dedicati alla vita “materiale”, rappresentati in questa Parashà nel modo più evidente possibile ossia tramite “lo scavare pozzi”.

Domenica 25 Heshvan 5786 - 16 Novembre 2025
Tallit e Tefillin: 6.25
Hanetz HaChama: 7.23
Termine lettura Shema: 9.04
Mincha Ghedola: 12.31
Tramonto: 16.52
Tre stelle: 17.31
Tehillim del giorno
Scansione mensile:
salmo 119, 1 - 119, 96

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Kitzur Shulchan Aruch del giorno
Scansione annuale: cap. 18, 3
Predisposizione del cuore e del pensiero all'amidà 

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Le Mitzvot del giorno

POSITIVA 181 Decapitare una giovenca dentro il letto di un fiume quando si rinviene una persona assassinata ma non si conosce il responsabile

Se viene rinvenuto un cadavere nei campi… prenderanno una giovenca… e la decapiteranno nel fiume

(Devarìm 21, 1-4) [530].

NEGATIVA 309 Non lavorare o seminare nei pressi del fiume dove sia stata compiuta la cerimonia di espiazione per un assassinio rimasto impunito (ove è stata decapitata una giovenca)

…e quel luogo non potrà essere lavorato né seminato

(Devarìm 21, 4) [531].

NEGATIVA 298 Non trascurare una situazione di pericolo che possa determinarsi dentro o fuori la propria abitazione

E non porterai del sangue sulla tua casa

(Devarìm 22, 8) [547].

POSITIVA 184 Evitare che alcun oggetto costituisca un pericolo

E realizzerai una protezione (tutto attorno) al tuo tetto

(Devarìm 22, 8) [546].