14 Ruben uscì nei giorni della mietitura del grano e trovò in campagna delle mandragole; le portò a sua madre Leà. [Allora] Rachele disse a Leà: «Ti prego, dammi un po’ delle mandragole di tuo figlio!». 15 [Leà] le disse: «Non ti è stato sufficiente aver preso mio marito? Ora vorresti prenderti anche le mandragole di mio figlio?». E Rachele disse: «Allora, in cambio delle mandragole di tuo figlio, questa sera lui si coricherà con te». 16 Giacobbe venne alla sera, e Leà gli andò incontro e gli disse: «Dovrai venire da me, perché con le mandragole di mio figlio ho versato [a Rachele] il compenso per te»; quella sera [Giacobbe] si coricò con lei.
17 Il Signore diede ascolto a [quanto desiderava] Leà. Ella concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio. 18 Leà disse: «Il Signore ha versato il mio compenso, perché ho dato la mia serva a mio marito» e gli diede nome Issachàr. 19 Leà concepì ancora e partorì a Giacobbe un sesto figlio. 20 Leà disse: «Il Signore mi ha assegnato un bel dono; ora mio marito abiterà [soprattutto] con me perché gli ho partorito sei figli»; e gli diede nome Zevulùn. 21 In seguito partorì una figlia e le diede nome Dinà.
22 Il Signore si ricordò di Rachele, le diede ascolto e le aprì il grembo. 23 Ella concepì e partorì un figlio. Lei disse: «Il Signore ha raccolto la mia vergogna [per nasconderla]». 24 Ella gli diede nome Giuseppe, per dire: «[Voglia] l’Eterno aggiungere a me un altro figlio». 25 Quando Rachele partorì Giuseppe, Giacobbe disse a Labano: «Lasciami andare [che possa] tornare a casa mia, nel mio paese». 26 Dammi le mie mogli e i miei figli, per i quali ti ho prestato servizio e io me ne andrò perché tu ben conosci il servizio che ti ho prestato». 27 Labano gli disse: «Se ho trovato favore ai tuoi occhi! Ho appreso per divinazione che l’Eterno mi ha benedetto per merito tuo».
| Sefer Bereshìt |
| vv. 30, 14 - 30, 27 |
Voce di Moise Levy |
“Ecco, una scala era poggiata a terra mentre la sua cima giungeva al cielo…” (Bereshìt 28, 12). Ci insegna l’Admor Rabbì Israel di Rajìn, che la parola sullàm – scala, menzionata nel sogno di Yakòv è l’acronimo di “Seudàt Melavè Malkà”, il pasto che si usa fare alla fine dello Shabbat, che accompagna la Regina “lo Shabbat”. È questo pasto, secondo Rabbì Israel, “la scala poggiata in terra”. Purtroppo le persone non pongono la dovuta attenzione a questo uso, e spesso viene tralasciato e non viene considerato con il dovuto rispetto. La verità è che “la sua cima arriva al cielo”, cioè il valore e il livello spirituale di quest’uso arriva a livelli molto elevati nei mondi superiori. Beati coloro che sono attenti a questo uso e lo eseguono con devozione alla fine di ogni Sabato.
| Tallit e Tefillin: | 6.40 |
| Hanetz HaChama: | 7.36 |
| Termine lettura Shema: | 9.14 |
| Mincha Ghedola: | 12.33 |
| Tramonto: | 16.45 |
| Tre stelle: | 17.24 |
| Scansione mensile: | |
| salmi 35 - 38 | |
AUDIO | |
| Scansione annuale: cap. 23, 10 |
| Come fare se il kohèn sta ancora pregando |
NEGATIVA 252 Non offendere i sentimenti di un convertito
Non tratterai ingiustamente il gher ~ proselita
(Shemòt 22, 20) [63].