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ESTRATTO DALL’INTRODUZIONE al libro di Rav Meir Rubin

La nostra generazione ha avuto la fortuna di vedere il proliferare
di molti lavori che trattano delle leggi dello Shabbàt, ciascuno su
un determinato aspetto dell’argomento.

Il presente lavoro non si propone di trovare nuove regole o di
contrastare le opinioni di qualche autore, ma solo quello di
presentare in modo chiaro e succinto, con l’aiuto di illustrazioni,
le regole più importanti che si possono applicare nella casa di
ogni ebreo.

L’importanza di imparare le leggi sullo Shabbàt è ben riferita e
espressa dal Midràsh quando il Signore ha detto a Mosè:
«Raduna il popolo e insegna loro le leggi dello Shabbàt così che
le future generazioni possano imparare dal tuo esempio e si
raccolgano anch’esse, ogni Shabbàt, per imparare quello che è
permesso e quello che è vietato. Così il Mio nome sarà
glorificato tra i figli di Israele» (Yalkùt Shimonì).

Altrove i nostri Maestri hanno paragonato le leggi sullo Shabbàt
a montagne appese a fili sottili come capelli, per raffigurare in
questo modo la considerevole quantità di materiale normativo
dedotto da pochi versetti della Torà.

La Mishnà Berurà scrive che il rispetto dello Shabbàt è il pilastro
centrale della nostra fede: se questo manca, la porzione più
elevata dell’anima di un ebreo non può funzionare
correttamente e costui vivrà una vita a un livello decisamente
inferiore. Inoltre, al momento della futura resurrezione, la sua
anima non potrà ritornare sulla terra. Al contrario, se una
persona osserva lo Shabbàt, anche se avesse commesso
trasgressioni gravi quali l’idolatria, sarà comunque perdonata.
Ciò naturalmente avverrà soltanto se avrà rispettato lo Shabbàt
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