Page 22 - Tamuz 5776
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17 LUGLIO 2016
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sultarsi con rabbanìm esperti per ogni domanda inerente alle
regole della purità della donna. Ciò viene testimoniato nel
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difronte al S. del fatto che buona parte del suo tempo veniva
occupato da queste domande, non come gli altri sovrani che
invece trascorrono le loro giornate godendo del proprio onore.
E così nel trattato di Niddà è raccontato come Brurià , la mo-
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importati rabbini dell’epoca mostrandogli i suoi controlli e le
sue macchie.
20 Ciò è raccontato non solo per mostrare l’umiltà dei Re e dei
É„ ȹ È È½ Ȩ ȃ Ǹ Maestri di Israele, ma anche per farci capire l’estrema impor-
tanza che hanno queste domande e il fatto che non bisogna
assolutamente vergognarsi di chiedere poiché da ciò dipende
la santità del popolo ebraico.
Infatti una donna che non compie i controlli, almeno i minimi
richiesti (Quello dell’ Efseq taarà , prima del conteggio dei sette
giorni puliti, e almeno uno nei sette giorni puliti[1]ȌǡƒÂ…Š‡•‡
ha contato tutti e sette i giorni puliti e va al mikwè rimane im-
pura, questa è la base delle regole della Niddà , spesso però
questi controlli possono sembrare non buoni e solo un occhio
esperto può sapere che lo sono e così al contrario può capi-
tare che apparentemente non siano problematici e in realtÃ
lo sono, quindi è assolutamente necessario chiedere in ogni
caso di dubbio. Alcuni ritengono che è possibile non mostrare
i controlli poiché in ogni caso di dubbio si può essere rigorosi
e tornare a contare i sette giorni puliti dall’inizio o, nel caso di
una macchia, considerare la donna impura anche nei giorni in
cui dovrebbe essere permessa. Continua accanto