Page 14 - Tamuz 5776
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4 Ǹ ɑ ɜ Ȑ ȇ ̄  12 LUGLIO 2016 

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       È un precetto positivo (una miztvà) per ogni ebreo di voler
       bene ad ogni persona che appartiene al popolo di Israele.
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       19, 18).
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       aro, vigilando sui suoi interessi come se si vigilasse sui propri. Se
       poi noi abbiamo avuto successo in qualcosa, dobbiamo desiderare
       che il nostro prossimo riesca ad avere lo stesso successo, proprio
       come lo abbiamo avuto noi. La spiegazione di questo precetto ci
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       per te, non farlo al tuo prossimo”. Ad esempio, in presenza di una
       richiesta che ci è possibile soddisfare, pensiamo alla nostra reazi-
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       a meno che se ne penta completamente, colui che si vanta della
       disgrazia del suo prossimo, anche se il compagno in questione è as-
       sente e quindi non avverte una vergogna personale né gli si procura
       —ǯ‘ơ‡•ƒ‹‘†‘†‹”‡––‘dzǤ
       E’ importante sottolineare che si commette il peccato di disprez-
       zare il prossimo anche quando si confrontano le proprie buone
       azioni e la propria saggezza con le azioni e la saggezza di un’altra
       persona, lasciando intendere che lui è onorabile e l’altro spregevole.
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       suo riguardo e nutrire per lui dei sentimenti di stima e di con-
       siderazione che si traducono con delle parole e delle azioni. Inoltre,
       l’uomo è stato creato a immagine di D-o, è quindi vietato disprez-
       œƒ”‡“—ƒŽ•‹ƒ•‹’‡”•‘ƒ…Š‡•‹ƒƤ•‹…ƒ‡–‡•˜ƒ–ƒ‰‰‹ƒ–‘ǡ‡‘ƒ–‘
       o di intelligenza mediocre.
       Non è solamente vietato disprezzare il prossimo con delle parole
       o con degli atti, ma anche odiarlo nel proprio cuore (divieto di
       provare avversione per un altro ebreo). Infatti, chiunque odia
       nel suo cuore una persona d’Israele trasgredisce a un divieto, come
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